Diabetici senza cure

Come si permettono, in una regione dove l’incidenza del diabete è la più alta al mondo, di lasciare territori interi sprovvisti di un diabetologo e di un servizio di diabetologia che possa prendere in carico, con continuità, le persone con diabete?

Ma dove c’è un assessorato alla sanità, con la sua corte di consulenti, direttori, responsabili di questo e di quello, come si permettono di lasciare allo sbaraglio migliaia di persone che non hanno accesso alle visite diabetologiche, alle terapie, agli strumenti di cui necessitano per tenere sotto controllo la malattia? 1200 persone con diabete, nel bacino d’utenza dell’ospedale di Sorgono, mollati così, da più di 6 mesi, invitati ad arrangiarsi, come e dove vogliono, prendendosi carico di loro stessi, come se non fosse una questione collettiva, come se si avvallasse l’idea che sono problemi tuoi se hai bisogno di essere di assistenza medica. Come se il rischio che corri non riguardasse nessuno all’infuori di te, come che non sia un tuo diritto accedere alle prestazioni sanitarie di cui hai bisogno.

E questo non vale solo per Sorgono e il Mandrolisai naturalmente.

Ma che livello di imbarbarimento è questo, dominato da figurini scarsi che non sanno fare ciò che sarebbe necessario e ciò che il ruolo nel quale siedono pomposamente renderebbe per loro obbligatorio? Il Pubblico, lo Stato, la Regione così male amministrata e rappresentata si disimpegna dalla salute delle persone. Cede un ruolo che non potrebbe essere cedibile. Quello di garantire i diritti non negoziabili e tra questi il diritto alla salute.

Io me lo ricordo quando si affacciava in Sardegna l’idea del Mater Olbia. Quando imbonitori variopinti, lo spacciavano come l’eccellenza universale che avrebbe anche dovuto ospitare un centro di ricerca all’avanguardia proprio sul il diabete, vista l’enorme incidenza di questa malattia in Sardegna. Niente di tutto ciò ovviamente, ma, ci mancherebbe, questo si sapeva già da prima. Le storielle degli imbonitori servivano solo per indorate la pillola di nuovo privato che veniva in Sardegna a fare affari drenando dal sistema pubblico risorse umane, soldi, posti letto, compresi quelli sottratti (guarda un po’) ai piccoli ospedali come quello di Sorgono.

Potete girarla come volete. Occorrono investimenti pubblici in sanità e in formazione di personale medico sanitario. Occorre classe dirigente che non si faccia i suoi piccoli mediocri interessi, ma persegua il bene comune. Occorre una politica che abbia ben chiari i diritti e non si concentri sulle sua meschinità.